Un business plan da almeno 80 milioni di euro l’anno alimentato da migliaia di pazienti disperati, disposti a volare fino in Africa per una cura che non c’è. E poi hostess senza veli spacciate per infermiere, falsi medici «con le entrature giuste», che somministrano a ignari africani la «cura Di Bella», bocciata senza appello da anni in Italia. C’è l’odore dei soldi e un sottobosco umano tragicomico nel tentativo di sbarco a Capoverde di Stamina.
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