Piano liste d’attesa: funzionerà? Sì, ma..

da | Feb 29, 2024 | Primo Piano

Sì. In genere, dove si mettono soldi le cose funzionano. E per abbattere le liste d’attesa la Regione Piemonte ha deciso di investire ben 25 milioni di euro, almeno così si legge, trovati tra le maglie del bilancio regionale.

Questa è una buona notizia. Come è una buona notizia che si chieda finalmente alle Direzioni di rendicontare quanto viene speso e dove, anche se coordinare le Aziende doveva essere un compito di Azienda Zero, meglio sorvolare, per carità. 

Sì, il piano prova a ridurre le liste d’attesa, ma non è sufficiente. Perché le liste d’attesa c’erano prima del Covid e ci saranno dopo i 25 milioni, se l’approccio non è prospettico e non lavora sull’appropriatezza prescrittiva. E soprattutto, con questo piano si delinea un progetto sempre più ammiccante verso il privato.

Veniamo dunque ai nostri dubbi sul piano contro le liste d’attesa.

  1. Finalmente si parla di percorsi di cura e di presa in carico: dopo la prima visita gli esami successivi vengono direttamente prescritti e prenotati presso lo stesso servizio. Attenzione però, questo si può fare solo nel pubblico. Infatti nel 2019 il Tar Piemonte ha sentenziato che le strutture private accreditate non possono  prescrivere visite, esami e farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale, accogliendo il ricorso di Anaao Piemonte e SMI contro una DGR che invece lo prevedeva.
    Viceversa, il privato accreditato rivestirebbe il ruolo di erogatore e prescrittore contemporaneamente, con Il rischio di auto-induzione di prestazioni, inappropriate ma remunerative, da parte di alcune strutture, aumentando esponenziale la spesa pubblica e il numero di esami.
  2. Quale quota dei 25 milioni di euro sono riservati al pubblico? Quale al privato accreditato? Serviranno a bandire i concorsi ed assumere?
  3. Fino ad oggi ai medici ospedalieri venivano proposte prestazioni aggiuntive remunerate extra dall’azienda e da svolgere oltre l’orario di lavoro, per coprire le carenze di organico. Queste prestazioni aggiuntive contribuiscono in modo importante ad abbattere le liste d’attesa e a coprire i turni scoperti. Saranno ridimensionate a favore dell’ accreditato? Su questo punto siamo preoccupati ed esprimiamo la nostra più assoluta contrarietà.
  4. Una percentuale delle prestazioni dell’Asl, calcolata differentemente a seconda della priorità, è con il nuovo piano riservata ai residenti in quell’Asl, in modo che si limitino le prenotazioni di esami a decine di Km di distanza. Ottimo. I posti riservati però non devono essere previsti per quei centri di riferimento regionale di cui non vi è un equivalente per ogni ASL  (es. ambulatorio di chirurgia plastica, toracica, cardiochirurgica, visita infettivologica) perché altrimenti verrebbero penalizzati i pazienti non residenti nell’ASL sede del centro hub. Per esempio, i residenti a Rivoli non possono essere svantaggiati nel prenotare le visite infettivologiche rispetto a quelli di Torino solo perché anche nell’ASL TO3 non c’è l’infettivologia mentre a Torino sì.
    In particolare questo vale per le visite urgenti: il paziente di Rivoli, per esempio, non riesce a prenotare la visita infettivologica perché il sistema non fa visualizzare i posti, magari liberi ma solo per i residenti a Torino,  e così si presenta di persona in PS o al medico di guardia per ottenere la prestazione.

Cosa chiediamo?

Un vero lavoro sull’appropriatezza prescrittiva, prevedendo per esempio dei canali diretti di comunicazione e confronto tra medici di famiglia e medici specialisti.

Che i 25 milioni di euro servano ad assumere e a proporre ai medici dipendenti delle prestazioni aggiuntive a favore dell’azienda, che quindi devono essere non solo riconfermate ma ampliate.

Che siano incrementate le ore di attività agli specialisti ambulatoriali.

Un miglioramento del sistema informatico di prenotazione, che permetta di disdire con la massima semplicità.

Che una definitiva legge sulla responsabilità medica limiti le prescrizioni derivanti dalla cosiddetta “medicina difensiva“.

Che venga rispettata la sentenza del TAR.

Ci auguriamo che le nostre proposte siano congeniali agli esperti della Bocconi coinvolti per il piano straordinario liste d’attesa, e che questi abbiano a cuore non solo la sostenibilità economica, ma anche l’universalismo del SSN.

Dr.ssa Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

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