Si chiama nab-paclitaxel ed è un farmaco innovativo, frutto di un connubio high-tech tra una molecola della tradizione oncologica e un guscio di albumina nanomolecolare, che gli consente di andare a segno e di colpire al cuore i tumori. Anche quelli più ostici e difficili da trattare, come il carcinoma pancreatico. Rappresenta l’unica vera novità di trattamento da vent’anni a questa parte per questo tipo di neoplasia, assicurano gli esperti. Ma è una novità disponibile per ora solo all’estero. “Perché da noi – spiega il prof. Stefano Cascinu, Direttore dell’Oncologia Medica degli Ospedali Riuniti di Ancona e Presidente AIOM – ancora attende il semaforo verde dell’AIFA; questo farmaco non figura infatti nemmeno nell’elenco speciale istituito dalla legge 648, che prevede l’utilizzo immediato di molecole per patologie orfane, in mancanza di alternativa terapeutica”. Gli oncologi premono dunque per avere a disposizione il nab-paclitaxel, anche perché, per i 12mila italiani colpiti ogni anno dal tumore del pancreas non ci sono grandi altre possibilità di terapia.
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Oncologia. L’Aiom: “Le terapie innovative ancora negate a molti pazienti italiani”
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