Digitalizzazione: per anziani e sanitari bene ma non benissimo

da | Giu 27, 2023 | Primo Piano

Le tecnologie digitali costituiscono un importante miglioramento nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Ma non sempre e non per tutti.

Per i sanitari, l’informatizzazione slegata da una semplificazione delle procedure e dalla interoperabilità ed omogeneità dei sistemi di elaborazione dei dati, causa un pesante aumento di carico di lavoro burocratico.
Inoltre la telemedicina, spesso così preziosa per poter seguire con maggiore continuità i pazienti cronici, non deve essere sostitutiva ma complementare dell’attività clinica: il rapporto umano fa parte della cura, e nessuna tecnologia potrà mai sostituire i medici. 

Gli stessi obiettivi insiti nel Pnrr dimostrano uno squilibrio tra i finanziamenti previsti per la tecnologia digitale e quelli (assenti) per l’assunzione di organico, gravemente carente e che comunque dovrebbe essere formato.
La tecnologia, con un organico insufficiente, rimane inutilizzata.

Ma la digitalizzazione non deve trascurare un altro importante aspetto: i pazienti sono spesso anziani e in difficoltà a rapportarsi con una sanità sempre più digitale.
Secondo  i dati riportati dalla Commissione Europea nel 2017, il 56% dei cittadini italiani di età compresa fra i 16 e i 74 anni non possiede nemmeno una alfabetizzazione digitale di base.
I malati che non riescono a prenotare per difficoltà informatiche, oltre a provare un notevole senso di frustrazione,  trovano 3 alternative: andare  nel privato, in ps o non  curarsi.

Questo succede per esempio a Torino, dove  alcune  ricette per esami di laboratorio compilate dai medici di famiglia o da specialisti di ospedali diversi da dove la prestazione viene erogata, non vengono lette dai sistemi informatici ospedalieri: così devono essere rifatte dalle impiegate allo sportello, e non è raro che i pazienti vengano rispediti a casa (cosa complicata sia per gli anziani che per genitori di bambini malati).

Dal 2019 in Francia si sono creati degli sportelli unici che intendono garantire un’offerta omogenea, un accesso facilitato e soprattutto una formazione digitale a tutti i cittadini. In Giappone (nonostante sia un paese leader in fatto di informatica e digitale), per rispetto delle persone anziane, tutto quanto riguarda la digitalizzazione in sanità nei loro confronti procede molto lentamente.
In Italia, invece, spesso i parenti sostituiscono quello che dovrebbe fare l’amministrazione pubblica. 

Sono numerosi i figli che si organizzano con un cellulare con sim intestata ai genitori, con cui utilizzano il loro spid per accedere a tutti i siti, compresi fascicolo sanitario elettronico, ricette, impegnative.
Senza queste soluzioni al limite del lecito è impossibile gestire un paziente anziano malato.

Se in Piemonte il 14% della popolazione è rappresentato da over 75enni, percentuale tra le più alte d’Italia, ricordiamo che spesso sono proprio gli anziani a fare da badanti ai propri coniugi o parenti non autosufficienti. Secondo gli ultimi dati Istat, il 10% degli over 75enni fornisce cura e assistenza, per lo più ad un proprio familiare. 
E così gli ostacoli informatici continuano ad essere un problema per i malati. 
Recentemente un paziente anziano diabetico, con problemi di deambulazione, non è riuscito a rinnovare il piano terapeutico per gli aghi da insulina né a prenotare una visita di controllo per una serie di ostacoli burocratico- informatici che anche il suo medico di famiglia non è riuscito a risolvere, e così non avendo i soldi per pagarsi di tasca propria gli aghi, ha smesso di fare l’insulina.

Da ultimo è doveroso ribadire che nelle classi sociali più disagiate spesso si unisce povertà di strumenti culturali, tecnologici e solitudine. 
Il rischio è proprio che si curi meno dove c’è più malattia.
Senza un supporto per gli anziani (corsi di digitalizzazione, supporto amministrativo, semplificazione) la gestione sanitaria dei malati anziani è una vera tragedia, che può anche influire non solo sulla qualità della vita ma anche sulla possibilità di continuare a vivere.

Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

Emanuele Stramignoni
Esecutivo Nazionale Anaao Assomed

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