La professione medica nel mondo che vogliamo

da | Mag 12, 2023 | Primo Piano

Da anni ormai, i provvedimenti istituzionali sia a livello nazionale che regionale esprimono una direzione ben diversa da quella che si era immaginata nell’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Il Sistema Sanitario è sempre più appaltato e progressivamente occupato da società, banche di investimento e soggetti privati, soprattutto in ambito sociosanitario (non autosufficienza, psichiatria, disabilità, dipendenze), nei laboratori di analisi e di diagnostica di primo livello, ma a poco a poco anche in alcuni reparti ospedalieri, il cui scopo principale è quello di fare business.

A sua volta, la politica nazionale e regionale si sta dimostrando aperta al dialogo con questi soggetti, molto più che con i diretti interessati, ovvero i sindacati dei lavoratori, ma trattamento poco differente è riservato alle società scientifiche e alle associazioni di pazienti o di cittadini.

Chi ha sentito parlare in campagna elettorale di Sanità? E soprattutto, chi ha sentito parlare di Sanità Pubblica?

Anaao Assomed, il nostro sindacato, ha al suo attivo anni di battaglie, manifestazioni e denunce, sia mediatiche che nelle aule dei tribunali, a tutti i  livelli: nazionale, regionale e aziendale.

Eppure, nonostante diversi successi e una constante difesa dei diritti degli iscritti, la sensazione è quella di rincorrere, di mettere una toppa, di “salvare il salvabile”, di fare il meglio che si può in un contesto difficile in cui le regole ci vengono imposte.

Vogliamo essere, e ci muoviamo per esserlo, protagonisti attivi, sederci al Tavolo delle trattative ma sugli argomenti che portiamo noi, non che ci vengono imposti dagli interessi (soprattutto economici) dalle ASL, dalla Regione o dal MEF.

Perché non possiamo far progetti di programmazione sanitaria se ad ogni elezione cambiano regole del gioco ed interlocutori, e le scadenze diventano solo una formalità, non un compito da rispettare.

Non possiamo parlare di salute senza pensare che debba essere un diritto di tutti, e quindi che le diseguaglianze di accesso alle cure o alla prevenzione debbano essere un problema da affrontare con urgenza.
Non possiamo parlare di salute senza pensare che l’inquinamento e il cambiamento climatico condizioneranno, quasi sicuramente in negativo, le nostre città e i nostri luoghi di lavoro (ospedali e non) molto più di quanto stiano valutando i nostri politici.

L’assenza di politiche di igiene pubblica e di stewardiship antibiotica sul territorio stanno creando un esercito di germi MDR che saranno le nuove pandemie a cui, sappiamo già da adesso, ci faremo trovare impreparati. Gli scarsi investimenti in prevenzione ambientale, faranno sì che gli inquinanti cui i nostri figli e nipoti oggi sono esposti ci costringeranno alla ricerca di terapie sempre più dolorose, costose e magari inefficaci.

Non possiamo continuare a sperare che le nuove generazioni di medici risolveranno tutto, coprendo i buchi della sanità sia in termini di risorse umane che intellettuali, spostando il problema più avanti. Se ne stanno accorgendo le grandi imprese, già nel 2021 così si è espressa il ceo di Microsoft, Satya Nadella: “Nell’ultimo anno, le aspettative dei dipendenti stanno cambiando e dovremo definire la produttività in modo molto più ampio, includendo collaborazione, formazione e benessere per guidare l’avanzamento di carriera di ogni lavoratore, compresi i neolaureati“.

La pandemia ha esasperato insicurezze sul futuro lavorativo soprattutto per la generazione di nuovi medici e neo-assunti che, in termini professionali, è stata quella che ha pagato di più: quella che il New York Times chiama generazione “YOLO”, un acronimo che sta per “you only live once”. Tra tutte, sembra sia questa la generazione più a rischio di burnout.

Ogni giorno i media parlano di natalità negativa, di sistema pensionistico insolvente, di risparmio privato depauperato, di welfare per le future generazioni destinato al fallimento. I problemi economici diventano predominanti. In questo contesto invece di smantellare il welfare bisognerebbe porre nuovamente al primo posto i diritti sociali, la tutela dell’ambiente, i diritti dei lavoratori della sanità e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

E’ necessario lavorare con una prospettiva a lungo termine e multidisciplinare, per un posto di lavoro (fisico ma anche concettuale) diverso, accogliente, in cui essere protagonisti all’interno dell’ospedale ma anche nella società.

Ritorniamo sempre lì: se lasciamo sempre e solo parlare gli “altri” delle cose che competono anche noi, ci troveremo sempre a “rincorrere”.

Ed è per questo che il nostro sindacato è tra i promotori del COMITATO PER IL DIRITTO ALLA TUTELA DELLA SALUTE E ALLE CURE – che unisce i lavoratori della sanità ed i pazienti, perché è indispensabile difendere il diritto a curare per difendere il diritto ad essere curati.

Gli interessi oggi coincidono: se gli operatori sono pochi, stanchi, demotivati, maltrattati, lavorano male e soprattutto se ne vanno. E i pazienti non riescono più a curarsi.

La comune necessità di salvaguardare il Sistema Pubblico e quindi l’equità e la gratuità delle cure, richiedono oggi una mobilitazione di coscienze e di azioni per tutelarne i principi, la natura e il funzionamento: tutti abbiamo bisogno della Sanità Pubblica e la Sanità Pubblica, per continuare a essere tale, ha bisogno della nostra partecipazione.

Matteo Traversa
Componente Segreteria Regionale Anaao Assomed Piemonte

Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

Iscrizioni 2024

Entra nel mondo anaao assomed piemonte

 

Iscriversi all’Anaao Assomed, oltre a dare l’opportunità di un supporto sindacale competente e libero, ti offre molteplici servizi di carattere legale, assicurativo e previdenziale

 

SCOPRI DI PIù