Esternalizzazione del giudizio

da | Mag 16, 2024 | Primo Piano

E così adesso per nominare i Direttori di Dipartimento è necessario un giudizio terzo. Almeno, così fa l’ASL di Alessandria.

Nel recentissimo regolamento degli incarichi dell’ASL di AL, sotto la voce attribuzione incarichi di direzione di dipartimento, si legge che l’incarico è sì attribuito dal Direttore Generale (quindi è una sua scelta fiduciaria, come da norma) ma poi, un po’ sotto, è precisato che per non sbagliare, per la valutazione delle competenze organizzative o gestionali, delle capacità relazionali comunicative di leadership può essere previsto il supporto di specialisti qualificati.

Specialisti qualificati che non sono dipendenti dell’Azienda, né tanto meno sono i vertici dell’Azienda. Ma una ditta specializzata esterna.

Quindi si esternalizzano non solo più i turni di guardia scoperti, ma anche le valutazioni dei dirigenti, che dovrebbe essere una delle prerogative in carico al Direttore Generale.

Immaginiamo costi qualcosa, purtroppo.

Ora ci si chiede: perché?

Perché così la valutazione è super partes? Tutte le scelte dovrebbero essere dettate da imparzialità, saggezza ed equilibrio.

Perché la Direzione Strategica non ha le competenze? Non possiamo credere che sia questo, tutti i manager hanno lunga esperienza e sono sempre stati rinnovati nei loro ruoli per comprovate capacità.

E poi, perché altrove invece non si fa? L’ASL AL sembra l’unica in Piemonte ad aver sentito la necessità di chiedere un supporto esterno per la valutazione psico-attitudinale dei candidati ad incarichi di rilievo.

Nel regolamento non sono definiti i criteri di valutazione, non si sa cosa richieda l’Azienda e cosa valuti lo “specialista qualificato”. C’è un ipotetico “può essere previsto”: varrà per tutti o solo per qualcuno?

E il preventivo di spesa, passerà al vaglio della Corte dei Conti?

Infine, nel regolamento è prevista la valutazione psico-attitudinale esterna anche per l’attribuzione degli incarichi di Struttura Complessa (primario), che invece è normata da una procedura ben definita a livello nazionale: prevediamo il rischio di contenziosi per selezioni non uniformi.

I dubbi sono molti, compresa la richiesta di firma del regolamento da parte dei sindacati, che su questo tema non sarebbe affatto necessaria, e che Anaao Assomed non ha apposto: “not in my name”, come si suol dire.

Una scelta fatta forse per aumentare la trasparenza, ci sembra invece che la riduca.

Se proprio è necessario un giudizio terzo, indipendente e oggettivo, proponiamo quello dei lavoratori. Che certamente bene sanno valutare le competenze organizzative, gestionali e le capacità relazionali comunicative di leadership.

Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

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