E’ gennaio ed è arrivata l’influenza. Ma va’?

da | Gen 12, 2017 | Primo Piano

di Mario Vitale

Come ogni inverno, ci troviamo a ripetere sempre le stesse cose. Arriva l’influenza (evento ovviamente del tutto imprevedibile a gennaio…), e sugli organi di stampa proliferano foto e servizi di Pronti Soccorsi intasati all’inverosimile, pazienti ammassati, medici e infermieri che corrono come trottole.

E’ emblematico il recente episodio di Nola dove medici e infermieri senza letti e barelle a disposizione (è noto a tutti che sono i medici a dover acquistare le attrezzature per l’ospedale e portarsele da casa…) hanno osato trattare un arresto cardiaco e altre urgenze con i pazienti adagiati sul pavimento e sono stati redarguiti e minacciati di sanzioni disciplinari più gravi. Questa è solo la punta dell’iceberg dei problemi di chi opera nei nostri ospedali, soprattutto nel settore dell’emergenza-urgenza.

L’influenza è solo la goccia che fa traboccare il vaso ma tutto l’anno, ogni volta che si presenta un qualunque evento straordinario, il sistema va in tilt. D’altra parte pretendere che le urgenze da affrontare in P.S., dall’infarto all’incidente stradale, dall’ictus alla peritonite, dalla frattura ossea alla perforazione intestinale, avvengano una per volta, con cadenza ritmica e ordinata e senza sovrapposizioni, mi sembra chiedere un po’ troppo al destino.

E’ stato ormai accertato da specifici studi di settore che l’intasamento nei pronti soccorsi dipende da 1) cause in entrata (iper-afflusso dovuto ad accessi impropri e ad insufficiente filtro nel territorio); 2) cause interne al Pronto Soccorso (spazi e attrezzature insufficienti e scarsezza di personale medico e infermieristico dopo anni di blocco del turn over nelle assunzioni); 3) cause in uscita (scarsezza di posti letto e conseguenti stazionamenti prolungati in P.S. per coloro che necessitano di un ricovero e che devono aspettare ore o giorni). Di questi tre motivi è stato appurato che il motivo più importante è il terzo.

Detto questo, e ripetuto per l’ennesima volta, un cittadino anche di intelligenza un po’sotto la media, cosa pensa che possa succedere se, in nome di un risparmio tutto da dimostrare, vengono ridotti ulteriormente i posti letto?

Come puntualmente ci ricorda Carlo Palermo su Quotidiano Sanità, in Germania ci sono 8,2 posti letto per mille abitanti, in Austria 7,6, in Francia 6,2, in Svizzera 4,7. In Italia 3,0. In Inghilterra sono scesi a 2,7 (hanno avuto molti problemi e stanno seriamente ritornando sui loro passi). IN PIEMONTE 2,6 posti letto per acuti.

Nella nostra regione 1649 posti letto in meno previsti solo dalla recente DGR 1/600 sul riordino della rete ospedaliera piemontese.

In Italia 70.000 posti letto in meno negli ultimi 10 anni.

Per i nostri politici e amministratori è una vera fortuna che esista l’influenza. Altrimenti a chi darebbero la colpa dei soliti e prevedibili disservizi nei Pronti Soccorsi?

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