Roma, 18 feb. (Adnkronos Salute) – A decorrere dal 2006, l’Enpam ha subito un sensibile depauperamento e un danno quantificabile in 250 milioni di euro a causa di gravi anomalie e irregolarità nella gestione mobiliare degli investimenti. In particolare, l’investimento ha riguardato 8 prodotti finanziari derivati e complessivamente sono quasi 3 miliardi di euro le somme di denaro investite. Sono queste le conclusioni di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Roma, con la collaborazione del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. L’indagine vede 4 indagati e cioè l’ex presidente dell’Enpam Eolo Parodi, l’ex consigliere finanziario Maurizio Dallocchio, nonché gli ex responsabili pro tempore del comparto investimenti mobiliari Roberto Roseti e Leonardo Zongoli.
L’Enpam assicura però i camici bianchi: “I risparmi dei medici e dei dentisti sono sacri e se venisse dimostrato che qualcuno ha indebitamente lucrato, pagherà”, ha dichiarato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti. “Abbiamo grande fiducia nella giustizia e contiamo in una rapida conclusione di questa vicenda giudiziaria. Le pensioni degli iscritti oggi sono comunque al sicuro – ricorda Oliveti – Nel 2011 siamo intervenuti sulla governance del patrimonio, mettendolo in sicurezza, e nel 2012 abbiamo dimostrato la sostenibilità del nostro sistema previdenziale a oltre mezzo secolo”.
Come si legge in una nota queste persone, indagate ora per truffa pluriaggravata e ostacolo agli organi ministeriali di vigilanza sull’Enpam, “pur conoscendo il carattere ‘tossico’ di questi strumenti mobiliari derivati non ne hanno mai palesato la correlata elevata rischiosità né dinanzi al consiglio di amministrazione né alle competenti commissioni interne”. E’ stata viceversa “perseguita e realizzata una rappresentazione contabile del tutto fuorviante, non aderente all’effettiva situazione deficitaria ravvisabile nella componente finanziaria degli investimenti Enpam”. Sempre secondo quanto si legge nella nota, “è stata invece fornita agli organi decisionali una rappresentazione finanziaria e contabile artificiosa e ingannevole dei prodotti finanziari ‘derivati’ stipulati, della loro effettiva natura aleatoria, dei loro intrinsechi rischi, della potenzialità di perdita di parte del capitale da parte dell’ente previdenziale, rappresentazione tale da integrare, secondo gli organi inquirenti gli estremi del reato di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico”.
L’indagine ora alla conclusione è stata svolta dal procuratore aggiunto Nello Rossi, e anche dal pubblico ministero Corrado Fasanelli. Ora entro 20 giorni i difensori delle 4 persone coinvolte dovranno presentare istanze istruttorie dopodiché potranno essere formulate le richieste conclusive che si prevede possano essere di rinvio a giudizio.L’indagine della Guardia di finanza, secondo quanto è stato detto in Procura “ha permesso di individuare nel portafoglio mobiliare alcuni titoli, segnatamente quelli rientranti nella categoria Cdo, che sono risultati caratterizzati da componenti particolarmente ‘tossiche’, tali da determinare non soltanto un sostanziale azzeramento della redditività, ma anche una forte erosione del loro valore capitale. Peraltro gli interventi di ristrutturazione conseguentemente intrapresi dalla stessa fondazione hanno comportato il sostenimento di notevoli, aggiuntivi organi finanziari”.
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