Caro collega,
Il 17 maggio, giorno del nostro Congresso Regionale, scadrà il mio secondo mandato di segretario regionale.
Nell’ultimo numero della rivista online che troverai sul nostro sito web abbiamo riassunto gli eventi sindacali che ci hanno coinvolti ed in cui siamo stati parte attiva.
Fare sindacato nel contesto sanitario di questi ultimi anni è stato veramente faticoso ed a tratti sconfortante. La congiuntura economica nazionale è stata sull’orlo di una situazione catastrofale, con rischi per la stabilità finanziaria dell’intero Paese. Si sono succeduti interventi di “emergenza”, blocchi stipendiali, attacchi continui all’amministrazione pubblica, vista sempre e solo come una “idrovora” da sforbiciare, con il risultato che la parte “sana” ne ha risentito grandemente, mentre le sacche di inefficienza e di spreco hanno continuato a fare bella (per modo di dire) mostra di sé, anche direttamente nelle aule giudiziarie.
Il 17 maggio, giorno del nostro Congresso Regionale, scadrà il mio secondo mandato di segretario regionale.
Nell’ultimo numero della rivista online che troverai sul nostro sito web abbiamo riassunto gli eventi sindacali che ci hanno coinvolti ed in cui siamo stati parte attiva.
Fare sindacato nel contesto sanitario di questi ultimi anni è stato veramente faticoso ed a tratti sconfortante. La congiuntura economica nazionale è stata sull’orlo di una situazione catastrofale, con rischi per la stabilità finanziaria dell’intero Paese. Si sono succeduti interventi di “emergenza”, blocchi stipendiali, attacchi continui all’amministrazione pubblica, vista sempre e solo come una “idrovora” da sforbiciare, con il risultato che la parte “sana” ne ha risentito grandemente, mentre le sacche di inefficienza e di spreco hanno continuato a fare bella (per modo di dire) mostra di sé, anche direttamente nelle aule giudiziarie.
Il termine spending review è entrato tristemente nel vocabolario comune e ha semplicemente celato il prosaico concetto dei tagli lineari. Le nuove generazioni di medici sono penalizzate e spesso costrette ad emigrare. È ormai usuale lavorare sotto organico ed in condizioni di difficoltà.
In Piemonte, giunti debolissimi davanti alla crisi degli ultimi anni, abbiamo pagato più di molte altre Regioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo l’unica Regione del Nord a dibattersi in un vessatorio piano di rientro insieme a Calabria, Sicilia, Lazio, Puglia ed a quasi tutte le Regioni del centro-sud.
In Piemonte, negli ultimi 20 anni, abbiamo pagato una politica sanitaria in parte miope e a tratti autenticamente scellerata. Tre anni fa assistevamo nuovamente ad arresti di Direttori Generali, a un Assessore alla Sanità ai domiciliari e a nuove inchieste della magistratura.
Il grave squilibrio finanziario, la finanza allegra dei “derivati”, il numero ipertrofico di Aziende Sanitarie (sproporzionato rispetto a quasi tutte le altre Regioni), i Piani Sanitari come strumento di futile propaganda e gli innumerevoli fallimenti programmatori sono un patrimonio comune delle giunte di sinistra e di destra.
L’intera classe politica di questa Regione, con pochissime eccezioni, ha sguazzato in modo assolutamente bipartisan nella melma della demagogia con una incontinenza di proclami e di comunicati stampa i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questa ultima amministrazione è stata però di gran lunga la peggiore che io mi ricordi. Abbiamo dovuto confrontarci con un Assessore della Fiat-Iveco che candidamente affermava di non sapere nulla di Sanità e con un Governatore arrogante e presuntuoso. Da questo orrido connubio sono nate le peggiori iniziative e i fallimenti più clamorosi. Le Federazioni Sovrazonali, utili solo a rimpolpare il conto corrente dei suoi 6 Direttori con una ricca busta paga, sono una delle tante ideazioni paranoidi della Giunta (illegittima) di questi ultimi 4 anni.
Nel solco della precedente giunta di centro-sinistra, sulla Città della Salute di Torino e sui suoi faraonici progetti non è stato concluso nulla (se non la creazione di una azienda totalmente ingestibile), dove si doveva valutare con attenzione si è demolito (Ospedale Valdese), i piccoli ospedali inutili sono in gran parte sopravvissuti grazie ai soliti mercatini clientelari, dell’assistenza territoriale restano macerie: anziani non autosufficienti in lista d’attesa per una RSA da anni, mentre i pronto soccorsi ed i reparti sono traboccanti di barelle anche d’estate.
Non si possono elencare con dovizia le scorribande di questa ultima amministrazione sul terreno della Sanità regionale. Ma il nostro sindacato non è stato tra gli attori inanimati (o tra gli ignavi) che sono rimasti a guardare o addirittura a blandire il potente di turno. Abbiamo tenuto su ogni questione e abbiamo randellato (mediaticamente) su ogni sconcezza. Abbiamo denunciato le malefatte, i favori, le incongruenze, le vere e proprie follie partorite da questa Amministrazione e da qualche fedelissimo Direttore Generale.
Ma soprattutto abbiamo sempre dato adeguata assistenza a tutti gli iscritti, in tutte le sedi, fornendo informazioni, consigli e supporto sindacale e legale.
L’interesse che abbiamo attirato, anche fuori dai confini regionali, da radio, giornali e televisioni, gli oltre 640.000 contatti unici sul nostro sito web negli ultimi tre anni, dimostrano che una sana voce dissonante, informata e senza pregiudizi politici svolge un preciso ruolo sociale oltreché sindacale e si guadagna rispetto e considerazione anche da chi non appartiene alla nostra categoria professionale.
La nostra indipendenza di giudizio e l’intenso lavoro al servizio degli iscritti, merito soprattutto dei nostri segretari aziendali e dalla formidabile sede amministrativa di Torino, è stata premiata: gli iscritti all’Anaao Assomed Piemonte sono in costante aumento, rappresentando ormai il 25% di tutti i medici e sanitari del Sistema Sanitario Regionale. Tutto ciò malgrado un inesorabile declino del numero di medici dipendenti che avrebbe sicuramente giustificato un proporzionale decremento.
Se, come sembra, avete trovato nella nostra associazione un punto di riferimento ed un senso di appartenenza ritengo di aver svolto adeguatamente il mio compito. A chi mi succederà auguro le stesse soddisfazioni e a tutti voi un grande abbraccio per avermi dato modo di rappresentarvi.
In Piemonte, giunti debolissimi davanti alla crisi degli ultimi anni, abbiamo pagato più di molte altre Regioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo l’unica Regione del Nord a dibattersi in un vessatorio piano di rientro insieme a Calabria, Sicilia, Lazio, Puglia ed a quasi tutte le Regioni del centro-sud.
In Piemonte, negli ultimi 20 anni, abbiamo pagato una politica sanitaria in parte miope e a tratti autenticamente scellerata. Tre anni fa assistevamo nuovamente ad arresti di Direttori Generali, a un Assessore alla Sanità ai domiciliari e a nuove inchieste della magistratura.
Il grave squilibrio finanziario, la finanza allegra dei “derivati”, il numero ipertrofico di Aziende Sanitarie (sproporzionato rispetto a quasi tutte le altre Regioni), i Piani Sanitari come strumento di futile propaganda e gli innumerevoli fallimenti programmatori sono un patrimonio comune delle giunte di sinistra e di destra.
L’intera classe politica di questa Regione, con pochissime eccezioni, ha sguazzato in modo assolutamente bipartisan nella melma della demagogia con una incontinenza di proclami e di comunicati stampa i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questa ultima amministrazione è stata però di gran lunga la peggiore che io mi ricordi. Abbiamo dovuto confrontarci con un Assessore della Fiat-Iveco che candidamente affermava di non sapere nulla di Sanità e con un Governatore arrogante e presuntuoso. Da questo orrido connubio sono nate le peggiori iniziative e i fallimenti più clamorosi. Le Federazioni Sovrazonali, utili solo a rimpolpare il conto corrente dei suoi 6 Direttori con una ricca busta paga, sono una delle tante ideazioni paranoidi della Giunta (illegittima) di questi ultimi 4 anni.
Nel solco della precedente giunta di centro-sinistra, sulla Città della Salute di Torino e sui suoi faraonici progetti non è stato concluso nulla (se non la creazione di una azienda totalmente ingestibile), dove si doveva valutare con attenzione si è demolito (Ospedale Valdese), i piccoli ospedali inutili sono in gran parte sopravvissuti grazie ai soliti mercatini clientelari, dell’assistenza territoriale restano macerie: anziani non autosufficienti in lista d’attesa per una RSA da anni, mentre i pronto soccorsi ed i reparti sono traboccanti di barelle anche d’estate.
Non si possono elencare con dovizia le scorribande di questa ultima amministrazione sul terreno della Sanità regionale. Ma il nostro sindacato non è stato tra gli attori inanimati (o tra gli ignavi) che sono rimasti a guardare o addirittura a blandire il potente di turno. Abbiamo tenuto su ogni questione e abbiamo randellato (mediaticamente) su ogni sconcezza. Abbiamo denunciato le malefatte, i favori, le incongruenze, le vere e proprie follie partorite da questa Amministrazione e da qualche fedelissimo Direttore Generale.
Ma soprattutto abbiamo sempre dato adeguata assistenza a tutti gli iscritti, in tutte le sedi, fornendo informazioni, consigli e supporto sindacale e legale.
L’interesse che abbiamo attirato, anche fuori dai confini regionali, da radio, giornali e televisioni, gli oltre 640.000 contatti unici sul nostro sito web negli ultimi tre anni, dimostrano che una sana voce dissonante, informata e senza pregiudizi politici svolge un preciso ruolo sociale oltreché sindacale e si guadagna rispetto e considerazione anche da chi non appartiene alla nostra categoria professionale.
La nostra indipendenza di giudizio e l’intenso lavoro al servizio degli iscritti, merito soprattutto dei nostri segretari aziendali e dalla formidabile sede amministrativa di Torino, è stata premiata: gli iscritti all’Anaao Assomed Piemonte sono in costante aumento, rappresentando ormai il 25% di tutti i medici e sanitari del Sistema Sanitario Regionale. Tutto ciò malgrado un inesorabile declino del numero di medici dipendenti che avrebbe sicuramente giustificato un proporzionale decremento.
Se, come sembra, avete trovato nella nostra associazione un punto di riferimento ed un senso di appartenenza ritengo di aver svolto adeguatamente il mio compito. A chi mi succederà auguro le stesse soddisfazioni e a tutti voi un grande abbraccio per avermi dato modo di rappresentarvi.
Con affetto
GABRIELE GALLONE