Lo spazio della sanità privata

da | Lug 13, 2024 | Primo Piano

Quando si intaccano i diritti e si colpisce il Welfare, i primi a farne le spese sono gli ultimi.

Soprattutto se si intacca un diritto fondamentale come quello alla salute.

E il progressivo aumento dell’offerta privata è un segno evidente del lento venir meno dell’universalismo.

L’ultimo rapporto della Corte dei Conti ha già ampiamente denunciato lo spregiudicato ricorso in Piemonte a medici delle coop, con una spesa di quasi 49 milioni di euro per l’anno 2022, aumentata in 3 anni del 130%.

Ma se il privato di fatto è entrato negli ospedali pubblici, complice la oramai celebre carenza di specialisti, molti pazienti ne sono usciti, per cercare risposte più veloci nel privato puro.

Dall’indagine ISTAT 2022, alla domanda “Qual è stata la modalità di pagamento dell’ultima visita specialistica” a livello nazionale il 42,6% ha risposto che ha pagato interamente di tasca propria, il 4% che invece ha pagato tramite una polizza assicurativa. In Piemonte la percentuale è del 43,2%, in aumento di 6.1 punti rispetto al 2019. Il 7% dei piemontesi che nell’ultimo anno ha fatto un esame, ha poi pagato con rimborso assicurativo. In compenso, l’8,8% di loro ha rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie, escluse le odontoiatriche, dato più alto di tutte le regioni del Nord (Rapporto Bes 2023).

Ma non pesa solo il privato puro. Anche l’accreditato ha una significativa quota parte di quello che purtroppo viene infelicemente chiamato “mercato sanitario”.

Dall’Annuario Statistico del Ministero della Sanità, si evince che dal 2018 al 2022 sempre in Piemonte le strutture private accreditate territoriali (includendo sia gli ambulatori che i laboratori e le strutture semi o residenziali) sono aumentate del 14,7%, mentre le corrispettive pubbliche sono nel complesso diminuite del 3%.

Sempre dai dati dell’Annuario Statistico, in Piemonte nel 2022 la percentuale di posti letto accreditati in degenza ordinaria sul totale dei posti letto è del 19%, meno delle regioni del Sud, che svettano (Calabria 34% – Campania 32%), ma più alta della Toscana (14%) Veneto (9%) e Liguria (5%).

I dati 2024, quando li potremo analizzare, ci descriveranno una situazione ancora peggiore. Perché ovunque nascono centri per eseguire visite last minute, esami di qualunque liquido biologico, screening e prevenzione senza alcuna dimostrazione scientifica di efficacia.

Dove c’era una banca, ora c’è un centro medico.
Per questo la nostra attenzione è massima. Perché questa sarà, se non alziamo sempre più la voce, uniti, la sanità del futuro e la sanità delle donne e degli uomini che ora lavorano nel pubblico.

Dott.ssa Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

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