Nessuno visto da vicino è normale, diceva Basaglia.

da | Mag 13, 2024 | Primo Piano

Ma se guardiamo da vicino i numeri dell’assistenza psichiatrica, ci rendiamo conto che purtroppo è ancora meno normale di quel che temiamo.

In Piemonte come in tutta Italia.

Secondo la Società Italiana di Psichiatria, negli ultimi tre anni, in Italia, i disturbi mentali sono aumentati del 28%. I più colpiti sono i giovanissimi, il nostro futuro: il suicidio è la seconda causa di morte tra i 9-19 anni, si contano 2 milioni di bambini e adolescenti con disturbi neuropsichici e, dopo il Covid, si è verificato un aumento esponenziale delle visite neuropsichiatriche infantili urgenti.

E gli adolescenti sono spesso ricoverati nei reparti per adulti.

Un primo enorme e fondamentale passo dovrebbe essere quello della prevenzione: sociale e di esposizione a fattori di rischio comportamentali, sociali e biologico-ambientali. Ma poi, purtroppo, viene la cura.

Solo 1/3 delle famiglie che ha problemi di questo tipo trova risposta nel SSN. Perché mancano i medici, i letti e i servizi.

L’ultimo rapporto ISTAT rivela che l’indice di salute mentale 2023 in Piemonte è di 68,1 punti, contro una media nazionale del 68,7 e una media delle regioni del nord di 69,2.

Secondo il Ministero della Salute, in Piemonte, la spesa media pro-capite annua dell’assistenza psichiatrica del 2021, sia territoriale che ospedaliera, è pari a 63,9 euro, mentre in Italia è di 69,8 euro.

Ma soprattutto manca personale. Personale che, oltre alle patologie psichiatriche “classiche”, viene spesso chiamato anche a gestire le “anomalie comportamentali”, indipendentemente dall’eziopatogenesi (sostanze, demenza senile, disagio sociale, marginalità, neurosviluppo, ecc.), senza iter o percorsi ben delineati e per lo più in urgenza.

La dotazione di personale presente nei Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Piemonte, dai dati Opessan, è pari quasi alla metà della media nazionale (nel 2022 38,5 unità per 100.000 ab contro i 60,4 nazionali) e nel 2023 si contano 50 psichiatri dipendenti del SSR in meno rispetto al 2019 su un totale di 356 attivi, pari al 14% in meno.

E la carenza di personale è inversamente proporzionale al carico di lavoro.

Secondo il Ministero della Salute, nel 2022 si riscontra un numero di accessi al Pronto Soccorso per 1.000 abitanti in Piemonte decisamente più elevato rispetto alla media nazionale: 16,2 ogni 1.000 abitanti contro 11 nazionali. Il trend è in costante aumento, con 39,8 nuovi utenti trattati del 2020 diventati 49,2 nel 2022.

Sempre nel 2022, il tasso di ricovero in SPDC è del 24% maggiore che nel resto d’Italia.

Quindi, in Piemonte si assiste ad un aumento dei casi con una parallela riduzione della dotazione di medici e con personale dedicato all’assistenza psichiatrica pari quasi alla metà della media nazionale.

I carichi di lavoro diventano intollerabili e chi può se ne va: nel 2022 in Piemonte si sono licenziati ben 24 psichiatri, ovvero quasi il 7% del totale, esattamente il doppio della media regionale delle dimissioni spontanee.

Il servizio psichiatrico è gravemente sofferente e i pazienti ne subiscono le dolorose conseguenze.

In tutto questo la presa in giro dei bonus statali per gli psicologici, che rappresentano un contributo una tantum per pazienti che richiederebbero necessariamente un percorso di cura lungo e complesso, sono una goccia di acqua in mare, che per di più finisce, a spot, nel mare del privato e non del pubblico.

Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

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