Sanità, la denuncia di Anaao: “Ogni medico ha 300 ore di lavoro non pagate”

da | Set 26, 2023 | Primo Piano

«Ho un collega che ha fatto quasi 500 ore di lavoro eccedente, per un totale di più di 12 mila euro. Solo con il tempo gli sono state, in parte, retribuite, ma non sempre funziona così». Il mondo della sanità è in crisi, lo si sa fin troppo bene. Medici sono costretti a fare turni massacranti, con pochi giorni di riposo, e le retribuzioni non sono sempre adeguate alle prestazioni. Ma spesso succede che alcune ore di lavoro non vengano nemmeno pagate. Anaao (sindacato dei medici) a breve lancerà un appello al governo per regolamentare maggiormente il cosiddetto “lavoro eccedente”.

Cos’è il lavoro eccedente
Bisogna innanzitutto segnalare un primo punto. Il lavoro eccedente non è uno straordinario, ovvero una prestazione di lavoro extra che viene retribuita secondo un tariffario. Quelle ore sono regolarmente pagate ai medici italiani. Invece il lavoro eccedente riguarda tutte le prestazioni che un’azienda ospedaliera può richiedere al proprio personale per raggiungere determinati obiettivi della struttura. Queste ore sono retribuite attraversi il Fondo di Risultato che paga soltanto gli obiettivi e non il tempo passato in più sul luogo di lavoro. Di fatto le ore eccedenti, nella maggior parte dei casi, non vengono pagate e il medico è obbligato ad accettarle. Un’eventuale ulteriore liquidazione è a discrezione dell’azienda ospedaliera.

Il medico: «Centinaia di ore non sempre retribuite»
La situazione è molto critica, come ci racconta un medico di un ospedale piemontese che preferisce rimanere anonimo: «I medici sono proprio stanchi – denuncia –. Per noi fare lavoro eccedente è quasi in automatico e chiaramente non possiamo andarcene prima di aver completato una prestazione. Tendenzialmente un ospedale non vuole liquidare queste prestazioni e cerca di sistemare attraverso un recupero ore. Ma non sempre è possibile farlo per i turni. Infatti spesso in una settima intera non possiamo permetterci nemmeno un giorno libero».

E poi arriva l’esempio di un caso clamoroso: «Ho un collega che ha fatto quasi 500 ore di lavoro eccedente – racconta –. Solo in parte gli sono state liquidate. Se si considera che in media un’ora viene pagata 25 euro, il conto è presto fatto». Ma non sempre questo avviene. In media, secondo i dati Anaao, ogni medico ha 300 ore di lavoro eccedenti, che molto non spesso non vengono retribuite se non in parte. Secondo un sondaggio del sindacato sugli ospedali piemontesi, solo nel 2% dei casi tempo extra viene remunerato e solo il 6% riesce a recuperarlo.

La denuncia del sindacato
Su questo tema spinge fortemente Anaao, che a breve chiederà al governo Meloni una modifica del contratto sul tema: «Vogliamo ripristinare un principio di equo compenso del lavoro svolto e soprattutto un’idea di riacquisizione del tempo – sottolinea il segretario nazionale Pierino Di Silverio –. Se l’azienda ha bisogno che un medico lavori, lo deve chiedere e, se accetta, la prestazione deve essere regolarmente retribuita. Nel caso l’ospedale non possa pagarmi dobbiamo avere avere il diritto di recuperare le ore».

E poi arriva arriva la stoccata sul Fondo di Risultato che «servirebbe solo a fine anno per il raggiungimento degli obiettivi», ma di fatto se un medico «non riesce a completarli in orario ordinario l’azienda gli può chiedere ore aggiuntive», quindi di fatto «lavora di più per gli stessi obiettivi» e il medesimo compenso.

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