Lo stato di salute dei medici ospedalieri del Piemonte

da | Apr 11, 2023 | Primo Piano

I dati pubblicati da pochi giorni sul Conto Annuale del Tesoro, fotografano un quadro desolante del personale medico negli ospedali del Piemonte.
I numeri sono del 2021, quindi dell’anno successivo alle peggiori ondate pandemiche, successivo alle definizioni di eroi, alle grandi dichiarazioni d’amore per il SSN, alle promesse (non mantenute) di potenziamento della sanità e del personale.

Raffronto medici ospedalieri SSR anni 2011 – 2021

Il Piemonte passa da 8.771 medici ospedalieri del 2011 a 8.148 del 2021, con una riduzione di 623 medici.

L’Azienda con maggior perdita in percentuale è l’ASL di Alessandria, che nel 2021 ha 153 medici in meno rispetto al 2011, pari al 25%. A ruota, seguono l’ASL TO3 e l’ASL CN1, con il 16% di medici in meno, entrambe un centinaio di medici in 10 anni.

Val la pena ricordare che in questi 10 anni le richieste di salute sono aumentate, perché la popolazione è progressivamente più anziana e sono in aumento i malati cronici, polipatologici e spesso non autosufficienti.

Abbiamo poi considerato i medici ospedalieri in rapporto alla popolazione residente, sommando i medici dipendenti delle Aziende Ospedaliere a quelli che lavorano nelle Asl territoriali di riferimento: anche in questo caso vi è un trend in riduzione e differenze significative tra Asl nonostante in questi 10 anni la popolazione del Piemonte si è ridotta, e quindi il numero di medici pro-capite sarebbe in teoria dovuto aumentare.

Le Asl della città metropolitana (TO3, TO4, TO5) hanno un numero più basso di medici/1000 abitanti, probabilmente per la mobilità passiva dei pazienti, che decidono di rivolgersi ai centri torinesi.

Rapporto medici ospedalieri SSR/popolazione

La diminuzione dei medici è conseguenza della tempesta perfetta: un numero elevato di pensionamenti, scarsità di specialisti da assumere, dimissioni volontarie di chi è in servizio.

Ma anche della chiara volontà politica di non investire sul personale: nulla si è fatto per ridurre il carico di lavoro burocratico, per favorire le progressioni di carriera, per migliorare le remunerazioni. Anzi, il clima nelle aziende è peggiorato, facendo sempre più ricorso a ordini di servizio per gestire il personale: autorità anziché condivisione e collaborazione.

Il progressivo definanziamento del SSN, la scelta di investire i soldi in opere di natura prettamente edilizia e non nel capitale umano, sono evidenti ogni giorno: le lunghe liste d’attesa per gli esami, medici che stanchi e frustrati lasciano il servizio pubblico, la necessità di ricorrere alle cooperative sono tutte spie di un sistema che boccheggia. E che si regge solo sulla professionalità dei dipendenti.

Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte

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