Non c’è omogeneità d’assistenza tra i presidi del territorio, con conseguente rallentamento del percorso diagnostico-terpeutico dei pazienti. Si tratta degli ospedali di Chieri, Moncalieri e Carmagnola, pensati in un periodo storico dove tempi di cura, tecnologie e accessibilità ai servizi erano differenti. Un esempio? “L’assenza di una guardia cardiologica h 24 in due su tre di questi presidi, comporta rischi maggiori per i pazienti con patologie cardiovascolari: il 15% degli accessi in pronto soccorso”. Per questi motivi le organizzazioni sindacali dell’Asl To5 chiedono a gran voce la creazione di un unico presidio che comprenda tutti e tre gli ospedali.
Secondo l’Anaao Assomed, e le organizzazioni sindacali della Torino 5, in questo senso, la concentrazione di tutti i professionisti in un unico ospedale, permetterebbe di aumentare l’efficienza e migliorerebbe la qualità delle cure e quindi i risultati, in termini di mortalità e morbidità. La possibilità di avere stanze singole per pazienti con patologie infettivo, ridurrebbe i rischi di contagio. Stesso ragionamento per i malati terminali, che con una nuova struttura ed una miglior integrazione con il territorio, potrebbero avere un luogo dignitoso per il fine vita.
Vi è poi anche una questione economica: con la costruzione di un nuovo presidio si potrebbero risparmiare quasi 50 milioni ogni anno. La somma dei costi di adeguamento di ogni ospedale, in questo senso, sarebbe il 43% del costo totale per a costruzione di uno nuovo. Come accadrebbe, su larga scala, se questo concetto venisse applicato anche ad altre realtà della provincia torinese.
“Riteniamo che all’ospedale moderno si debba chiedere di mettere al centro la persona e le sue necessità, di garantire assistenza continua e personalizzata e con percorsi multi professionali e multidisciplinari, riferimenti sanitari certi, appropriatezza nell’uso delle risorse e un corretto rapporto tra costi e benefici”, si legge nella nota delle organizzazioni sindacali mediche dell’Ast To5.
PER SCARICARE IL DOCUMENTO FIRMATO DAI SINDACATI MEDICI, CLICCA QUI