Alcune domande su quanto appreso recentemente in merito all’ingresso di AMOS nella gestione di servizi sanitari.
Domande semplici alle quali forse non avremo mai risposta. Forse che ora, fatti fuori Zanon e Monferino, si comincia un nuovo corso? Quali sono i reali interessi dietro l’ingresso di AMOS? Qualcuno ci ha già inviato interessanti documenti che stiamo analizzando ma chiunque può inviarcene altri. Ed allora, via con le domande!!
- Perchè la determina n. 6 della Federazione sud-est (in cui si affidavano “consulenze” al presidente del consiglio di amministrazione di AMOS e al componente del collegio dei revisori di AMOS) è stata fatta sparire e non si trova più sul loro sito?
- Perchè sono state affidate consulenze fiscali e giuridiche a soggetti che sono amministratori e revisori di AMOS, invece di utilizzare la marea di personale amministrativo di cui Monferino ha sempre decantato l’esubero? Tutti incapaci?
- Quali sono i servizi di cui AMOS dovrebbe appropriarsi, per gentile concessione dell’Assessorato, oltre a radiologia e laboratorio analisi? Quell’eccetera messo tra parentesi cosa include e cosa esclude?
- Se i DG e capibastone delle Federazioni sono stati “informati” della scelta di aprire ad AMOS varie attività nell’ambito della erogazione di servizi sanitari, qual è la base giuridica su cui giustificare l’assegnazione urbi et orbi di tali esternalizzazioni?
- Sono state fatte, o verranno mai fatte, valutazioni di convenienza basate sulla QUALITA’ del servizio/servizi erogato/erogati da AMOS? Sono state fatte e verranno mai fatte rigorose analisi costo/efficacia e di appropriatezza su tali prestazioni?
- Il personale che verrà assunto da AMOS (a partecipazione, finora, interamente pubblica) sarà un modo per aggirare il blocco delle assunzioni? Quali contratti verranno fatti? Sarà un nuovo fronte del precariato?
- L’avvicendamento di Antonio Marino al posto di Carlo Marino nel consiglio di amministrazione di Amos, avvenuta recentemente, è un classico esempio di intromissione del privato sotto la foglia di fico della partecipazione al 100% pubblica. Carlo Marino, si dimise da consigliere di amministrazione di AMOS dopo essere diventato amministratore unico della Federazione sanitaria del Piemonte sud-ovest. Tali dimissioni erano state determinate dalla volontà di evitare imbarazzi tra il proprio ruolo di guida della Federazione e quello di amministratore di una multiservizi che lavora per le aziende che la stessa Federazione aggrega. Tra parentesi, tali imbarazzi non se li sono posti i capi federazione che hanno dato le consulenze a Burdese e Marengo. Chi è entrato al suo posto? Un certo Antonio Marino, amministratore di società che lavorano con tutta la Sanità regionale. Alcune di queste società forniscono servizi all’ospedale di Cuneo (lavanderia) e Asl CN1 (risonanza magnetica a Fossano, emodinamica a Savigliano). E’ interessante notare che tale Antonio Marino era già stato componente del consiglio di amministratore quale socio privato. Tale sua partecipazione terminò, in seguito alla decisione dell’allora Assessore alla sanità Artesio di evitare commistioni tra gli interessi delle aziende pubbliche e quelle di aziende private e di rendere il capitale di AMOS interamente pubblico. Domanda: come fa l’imprenditore Marino a tutelare i suoi interessi e i suoi soci privati tramite il legittimo perseguimento del profitto e, contemporaneamente, tutelare nel consiglio di amministrazione di AMOS il supremo interesse pubblico? Direbbe Totò: “ma mi faccia il piacere…”
- Un’ultima domanda: ridurre e tagliare continuamente costi e personale invece di aumentare l’Irpef regionale è un modo subdolo per poi convincere l’opinione pubblica che AMOS è inevitabile perchè manca personale e il pubblico è incapace di soddisfare le esigenze dei cittadini?