Stamina: la timeline dalla nascita del metodo a oggi

da | Giu 3, 2014 | Primo Piano, Stamina

Da guru, a indagato dalla magistratura. Dal prime time della televisione italiana all’indagine di Raffaele Guariniello. La storia di Davide Vannoni e del suo metodo miracoloso Stamina è una lunga altalena emotiva e mediatica che dura ormai da quasi 7 anni. Proviamo a fare un po’ di chiarezza, raccontando quanto accaduto: dagli esordi, agli ultimi risvolti giudiziari.

2007 – Cos’è il metodo Stamina e chi è Davide Vannoni

Dopo una visita neurologica, il metodo di Davide Vannoni – dottore in Lettere e Filosofia e docente di Psicologia della Comunicazione all’Università di Udine – prevede l’estrazione di alcune cellule staminali dal midollo osseo del paziente. Queste cellule verrebbero messe in coltura – con acido retinoico in bassissime quantità ed etanolo, per circa due ore – e genererebbero neuroni. Una volta terminata la coltura, questi neuroni verrebbero iniettati nel paziente tramite una puntura lombare. Nella dichiarazioni di intenti di Vannoni, ci sarebbe la possibilità di curare numerose malattie neurodegenerative come ictus, lesioni spinali, paralisi, sclerosi multipla, Sla e Parkinson.
A questi risultati, Vannoni sarebbe arrivato in seguito a un’esperienza personale. Nei primi anni 2000, in seguito una paresi facciale, si reca in Ucraina per provare un metodo sperimentale portato avanti dai professori russi Elena Schegelskaya e Vyacheslav Klymenko. Stando alle cronache degli ultimi anni, Davide Vannoni sarebbe rimasto colpito dai risultati miracolosi e avrebbe deciso, filantropicamente, di portarlo in Italia per applicarlo.
Affiancato da un gruppo di biologi, medici e infermieri, Vannoni inizia nel 2007 a prelevare, coltivare e reimpiantere cellule dai suoi pazienti. Dove? Nello scantinato della sua azienda di call center nel centro a Torino: Cognition. Nel giro di pochi mesi la rete si allarga e la cura miracolosa approda anche in un centro estetico di San Marino.

2009 – Le prime indagini e l’approdo nel servizio pubblico

Vannoni promette miglioramenti dal 70 al 100 percento, mostra il video di un ballerino paralizzato che torna a ballare dopo la cura e chiede parcelle che superano i 20 mila euro. Ma non è solo. Oltre a un’équipe abbozzata, insieme a lui ci sono anche i due luminari russi. Ma il giro di ingenti pagamenti e diverse complicazioni su alcuni pazienti – Davide Font, malato di Parkinson morirà in seguito al trattamento – innesca i primi sospetti. E nel 2009 scatta la prima indagine. Nel mirino di Raffaele Guariniello finiscono Vannoni, Schegelskaya, Klymenko e una decina di medici. Le accuse sono pesanti, tra cui truffa e associazione per delinquere.
Intanto l’attività di Vannoni continua. Nasce Stamina Foundation: una onlus con l’obiettivo dichiarato di “sostenere la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesenchimali e diffondere in Italia la cultura della medicina rigenerativa”.
La chiusura della clinica di San Marino e l’incontro di Vannoni con il pediatra triestino Marino Andolina sposta l’asse della sperimentazione all’Ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste. Andolina è il direttore del Dipartitmento Trapianti e inizia una collaborazione con Vannoni. Le infusioni, adesso, si sarebbero allargate anche ai bambini. Stamina subisce però un nuovo stop. Guariniello estende l’indagine a Trieste.

2011 – Da Trieste a Brescia

Vannoni e Andolina non si arrendono e si spostano in Lombardia. Stamina riceva l’ok dalla Regione, che dà il via libera alla somministrazione come cura compassionevole presso gli Spedali civili di Brescia. Eppure non ci sono dati scientifici, né pubblicazioni per giustificare l’uso del metodo, neanche come Cura compassionevole. Ma la somministrazione del metodo Stamina si guadagna, grazie alla convenzione con la Regione Lombardia, la notorietà.
Non passa molto tempo prima di un nuovo Stop. Nel 2012 l’Agenzia del farmaco (Aifa) ordina un’ispezione dei Nas agli Spedali Civili di Brescia. Interviene nuovamente la magistratura, che lancia l’allarme. Ci sarebbe, infatti, un “concreto pericolo per i pazienti a causa delle modalità di conservazione dei campioni di cellule da trapiantare, preservati in modo approssimativo, identificati da etichette scritte a matita e di non chiara interpretazione e quindi facilmente confondibili”. Stamina si ferma ancora. Non c’è nessun protocollo o resoconto scientifico adeguato per la somministrazione del trattamento. I tecnici e i medici, inoltre, non sarebbero a conoscenza della reale natura del materiale somministrato. E i laboratori sono considerati del tutto inadeguati.

2013 – L’emozionalità de Le Iene, il decreto del Senato e i fondi pubblici

“Nei casi di minori malati, svantaggiati o in difficoltà, occorre porre particolare attenzione nella diffusione delle immagini e nella narrazione delle vicende, allo scopo di non scivolare nel sensazionalismo e/o nel pietismo, che potrebbero divenire sfruttamento della persona”. È uno dei principi caratterizzanti della Carta di Trevisto: un codice etico e deontologico che regolamenta l’attività giornalistica in rapporto all’infanzia. Eppure, a partire dal febbraio 2013 la trasmissione di Italia Uno, Le Iene, trasmette quasi trenta puntate nelle quali si parla del metodo Stamina. La maggior parte delle presunte indagini giornalistiche vertono sulla sofferenza di bambini, spesso neonati, e mirano proprio al pietismo e al sensazionalismo, con l’intento dichiarato di sensibilizzare sulle proprietà curative del metodo Vannoni.
le iene staminaLe inchieste vengono fatte in modo approssimativo e fazioso. Non c’è nessuna testimonianza critica e l’indagine si limita a spiegare solamente i vantaggi di Stamina. La trasmissione punta chiaramente all’impatto emotivo. L’emozione sostituisce l’informazione.
Ad oggi l’Ordine nazionale dei Giornalisti non ha ancora preso provvedimenti nei confronti de Le Iene dell’inviato Giulio Golia. Tuttavia un comitato di giornalisti scientifici ha posto dieci quesiti, ai quali Golia non ha ancora dato risposta.

1. Perché voi delle Iene non spingete Davide Vannoni a rendere pubblico il metodo Stamina? Se è davvero così efficace, non pensa sia giusto dare la possibilità a tutti i medici e pazienti di adottarlo?
2. Nei suoi servizi per Le Iene ci ha mostrato alcuni piccoli pazienti in cura con il metodo Stamina. Dopo otto mesi e quasi 20 puntate, perché non ha mai coinvolto le altre persone che Vannoni dice di aver curato negli ultimi anni, invitandole a mostrare i benefici del metodo stamina?
3. Perché non ha mai sentito la necessità di dare voce anche a quei genitori che, sebbene colpiti dalla stessa sofferenza, non richiedono il trattamento Stamina e anzi sono critici sulla sua adozione?
4. Nel primo servizio su Stamina lei dice che Vannoni prova a curare con le staminali casi disperati «con un metodo messo a punto dal suo gruppo di ricerca». Di quale gruppo di ricerca parla? Di quale metodo?
5. La Sma1 non sarebbe rientrata nella sperimentazione nemmeno se il Comitato l’avesse autorizzata, perché lo stesso Vannoni l’ha esclusa, ritenendola troppo difficile da valutare in un anno e mezzo di studi clinici. Come mai continua a utilizzare i bambini colpiti da questa patologia come bandiera per la conquista delle cure compassionevoli?
6. Perché non ha approfondito la notizia delle indagini condotte dalla procura di Torino su 12 persone, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere?
7. Perché non ha mai interpellato nemmeno uno dei pazienti elencati nelle indagini della procura di Torino?
8. Perché ha omesso ogni riferimento alle accuse di frode scientifica da parte della comunità scientifica a Vannoni, al dibattito attorno alle domande di brevetto e alle controversie che hanno portato a un ritardo nella consegna dei protocolli per la sperimentazione?
9. In trasmissione lei fa riferimento alle cure compassionevoli, regolamentate dal Decreto Turco-Fazio. Perché non ha spiegato che il decreto prevede l’applicazione purché «siano disponibili dati scientifici, che ne giustifichino l’uso, pubblicati su accreditate riviste internazionali»?
10. Se il metodo Stamina si dimostrasse inefficace, che cosa si sentirebbe di dire alle famiglie dei pazienti e all’opinione pubblica?

Trasmissione televisiva "Annozero"Stamina e Le Iene ottengono grande visibilità. Le puntate con i corpi martoriati dei bambini fanno il giro del Paese e rimbalzano sui social network più importanti. A favore del metodo, schierano pubblicamente numerose celebrità: Fiorello e Celentano, tra tutti.
Sull’onda emotiva, a marzo, il Senato approva un decreto per stanziare 3 milioni di fondi pubblici. L’obiettivo è fare ricerca a partire da Stamina. In sostanza, molti ricercatori vengono mortificati a scapito del guru torinese. All’Aifa spetta il ruolo di supervisore e Vannoni è tenuto a fornire i protocolli del metodo.
La notizia fa il giro del mondo e se ne interessa persino Nature, che dedicherà al metodo numerosi articoli. Vengono messi in dubbio Stamina e Vannoni dalla comunità scientifica internazione, mentre saltano fuori due domande di brevetto in Usa e in Canada – una respinta e una ritirata -. Il castello di carta inizia a crollare, Il nome di Vannoni viene accostato alla multinazionale Medastea e alla filantropia degli esordi inizia a sostituirsi un retrogusto di business.
Vannoni intanto tergiversa e consegna i protocolli richiesti solamente il 10 agosto. La documentazione risulta essere un imbarazzante copia-incolla di informazioni approssimative. Arriva il no della commissione esaminatrice.
Il resto è cronaca recente, anzi recentissima. La storia di Stamina sembrava conclusa, ma una sentenza del Tar, nell’inverno del 2013, ha rimesso in gioco Vannoni e Stamina: la commissione che ha bocciato il metodo è prevenuta, serve una nuova valutazione.
Intano l’inchiesta di Guariniello si allarga e si infittisce. Saltano fuori testimoni e dai resoconti dei quotidiani si leggono notizie inquietanti. Ai malati sarebbero state estorte decine di migliaia di euro. Stamina, inoltre, esporrebbe al rischio di ammalarsi di cancro o di contrarre l’Hiv. Lo stesso nocciolo del metodo, le cellule staminali, sarebbero messe in discussione e alcuni dei dati dei protocolli sarebbero addirittura stati copiati da Wikipedia.

SITOGRAFIA

Che cos’è il “caso” Stamina (Il Post)
Le 16 tappe fondamentali del metodo Stamina (Che Futuro)
Tutta la storia del metodo Stamina (Wired Italia)
Rassegna stampa Anaao Piemonte
La storia nera di Stamina (La Stampa)

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