C’è una linea sottile che separa etica e dovere. L’onestà nei confronti verso i cittadini che si è chiamati a governare, sebbene non eletti, è sinonimo anche di trasparenza. Per questo viene chiesto, a gran voce e indipendentemente dalle leggi, di rendere pubblica il proprio stato economico. E’ una questione che ha a che fare con la responsabilità morale dei governanti.
Ma poi c’è anche la legge, che in questo caso fa riferimento all’Anagrafe degli eletti. Tutti i membri del governo regionale sono obbligati a fornire i propri dati e a illustrare la propria condizione economica. Devono farlo tutti, dai consiglieri, agli assessori. Ma Paolo Monferino ha deciso di mettersi di traverso. “Ne fa una questione di principio”, avrebbe dichiarato il governatore Cota a Repubblica il 14 marzo scorso.
E quale sarebbe questo principio? A fine febbraio l’ingegnere ha dichiarato di essere un tecnico, non un politico. Motivo ritenuto valido per scivolare oltre le maglie dell’Anagrafe. Ignorando, di fatto, la natura politica del suo mandato. Un principio che l’ha spinto ad essere l’unico, alla data della scadenza dei termini di presentazione, l’8 marzo, a non presentare la fotografia della sua situazione economica.
Maurizio Tropeano Su LaStampa si chiede cosa succederà adesso. Probabilmente passeranno 20 giorni. Scaduti i quali scatterà per l’assessore la mora: 20 euro per ogni giorno passato senza presentare la documentazione.
Chissà, intanto, se Roberto Cota, nei panni dello spirito del Natale, riuscirà a far cambiare idea al moderno Ebenezer Scrooge, seduto nel palazzo di piazza Castello.
La trasparenza dell’Ingegner Scrooge
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